Dormire sotto un albero...

Si stava davvero bene all'aria aperta ma non potevo rimanere allungo per dormire, dovevo allenarmi con la spada altrimenti non sarei mai riuscita ad arrivare alle finali.Aprii lentamente gli occhi e poggiai la mia schiena sul tronco dell'albero girando la testa a destra e a sinistra. Nessuno doveva vedere la mia spada ma era passato molto tempo dall'ultima volta che l'avevo sfoderata.stesi le mie gambe sull'erba e dal nulla, la spada invisibile tornò ad essere visibile.Sarebbe stato bello ritrovare la mia memoria e ricongiungermi alla mia metà, ma ero sicura che sarebbe stato una cosa del tutto impossibile e non sarebbe cambiato nulla.Guardai il cielo sospirando, pensando al passato.Questo regno è del tutto diverso dalla Bretagna.... Ma non era solo questo regno, tutto il mondo era cambiato. Quando ero re a quel tempo le biciclette non esistevano, l'unico mezzo per arrivare il più velocemente in un posto o mandare un messaggio era salire in groppa a un cavallo.Mi alzai in piedi allontanandomi di solo qualche centimetro da dove prima ero stesa, impugnai Escalibur ed iniziai a tagliare l'aria; dando sfogo a tutto quello che mi metteva a disagio.Mi parve di sentire qualcosa e mi voltai come d'istinto. Forse c'era qualcuno o era solo un brutto scherzo del vento che muoveva le foglie dell'albero provocando un leggero fruscio.C'è...qualcuno?, domandai incerta e se non avesse risposto nessuno non sarei stata sorpresa, poteva essere solo la mia fervida immaginazione.

Sentii un rumore provenire dall'albero e una voce, infatti c'era qualcuno ma non era un essere umano,vidi una di quelle macchine che in questa epoca sono chiamati robot. Per lo spavento Balzai e feci un passo indietro per non perdere l'equilibro per via della sua inaspettata presenza, non immaginavo che ci fosse veramente qualcuno. Avevo sentito dire che i robot sono delle macchine che assomigliano abbastanza agli umani,senza cuore però, dotati di grande intelligenza. Non sapevo cosa dire e per l'imbarazzo abbassai la testa arrossendo lievemente come facevo di solito quando dovevo parlare con qualcuno, anche quando parlavo da sola mentre accarezzavo un cane. Comunicare con le persone lo trovavo difficile perché non potevo mai sapere cosa potevano dire o come avrebbero reaggito.No-No...non si preoccupi non mi ha disturbata.Stavo solo.... Mi stavo solamente esercitando con la spada volevo dire ma non riuscii a finire la frase.Forse aveva visto la spada!Questo pensiero mi fece preoccupare e misi la mano destra con cui impugnavo la spada, dietro la schiena per farla tornare invisibile e cambiarla con qualcosa di più simile vedendo da occhio lontano, un bastone di bambù che si usava per esercitarsi nei dojo. Mi convinsi che non potevo stare in silenzio, almeno non dovevo essere timida con qualcosa creato dall'uomo e non nato.Mi stavo allenando con questo bastone!, gli dissi sorridendo e mostrando la spada di legno.

Il Robot mi si avvicinò e mi porse la mano, mi sentii turbata, era la prima volta che qualcuno mi porgeva la mano per presentarsi,ero gentile con le persone ma non mi prestavano mai un saluto,ero, come dire...ero...felice per questo.Gli strinsi la mano sorridendogli, era come se fossi in compagnia di yakito, non dovevo essere turbata perché non c'era motivo di esserlo e con questo mi sentivo al mio agio.E' il tuo nome?Mi piace, lo trovo stupendo.Io sono Saber . Era di poche parole, ma forse, i robot sono fatti così...o forse no?Non avevo mai visto uno prima d'ora ma sentii solo delle voci sul loro aspetto da alcuni angioletti che ogni tanto scorrazzavano avanti e indietro sotto casa mia . Questa epoca è tutta confusa, rischia seriamente di farmi confondere le idee da tutte queste nuove cose.Raphael, cosa ci fai qui?, gli domandai forse ero troppo curiosa...

Rimasi non so come dirlo , forse sbalordita da quello che aveva detto quasi da non sapere cosa dire ma mi ripresi dopo la domanda che mi fece. Avevo quasi l'istinto di ridere perché era davvero divertente.Non scapperai mai da qualcosa o da qualcuno per nessuna ragione al mondo altrimenti non avrei mai estratto la spada dalla roccia molto tempo fa e non avrei pensato di diventare re e mantenere il segreto di essere donna al mio popolo.Certo, e puoi stare sicuro che non scapperò via. Non sono mai scappata in vita mia davanti a nulla e non lo farei nemmeno adesso,gli dissi quasi sorridendo ma volevo davvero sapere cosa voleva farmi vedere tanto da dire di non scappare via...Che fosse qualcosa di pericoloso?

Non potevo credere ai miei occhi, non era più un robot...non era più un macchina, ma era un essere vivente. Un umano e per lo più era un ragazzo e io non sapevo mai come comportarmi con le persone immaginiamo con i ragazzi...Forse se incominciavo a diventare fredda il mio turbamento sarebbe svanito....Ma, non dovevo contare sempre sulla freddezza, che molte volte mi faceva sbagliare sempre anche se non mi faceva provare emozioni.Sei un...un umano...!?, gli domandai prendendogli la mano. Era morbida e calda, aveva la pelle e non potevo negare ciò che i miei occhi vedevano perché era la verità o almeno era questo quello in cui avevo sempre creduto. Puoi credere a una cosa guardandola, ma come facevo a sapere se era un vero essere umano o un robot?Lo avevo visto in tutte e due forme ma a quale dovevo credere?Mi stava ingannando adesso o mi ha già ingannata?Mi hai mentito?, gli feci un'altra domanda. Se era una bugia poteva esserlo anche il suo nome, però,come potevo arrabbiarmi o sentirmi ferita?Anch'io gli avevo detto una bugia, il mio nome.

Non era una bugia...Era la prima volta che qualcuno non mi aveva mentito e questo ora più che sufficiente per rompere il mio muro che nessun'altro fino ad ora era mai riuscito a penetrare. Mi sentii gli occhi pieni di lacrime e qualcosa di bagnato e caldo che scendeva lentamente sulla mia guancia destra. Era una lacrima, una lacrima di gioia che assieme ad essa veniva accompagnata da un mio sorriso....Sai...Sei la prima persona che non mi abbia mentito...,cercai di trattenere i singhiozzi mentre parlavo ma la mia voce sembrava lo stesso un po' barcollante. Non dovevo piangere. In questo momento mettersi a piangere era...imbarazzante....Misi le mani vicino agli occhi asciugandomi le lacrime ma la mia voce era rimasta lo stesso un po' rocca e gli occhi erano ancora rossi.Non avevo mostrato a nessuno le mie lacrime tranne a una persona che ora non è qui con me...non volevo e decisi di abbassare la testa e guardare a terra fino a quando gli occhi non avrebbero smesso di far uscire altre lacrime.Scusami ... Se ti ho fatto arrabbiare...Il fatto e che...non riesco a parlare con le persone...

Mentre piangevo sentivo delle braccia intorno alle mie spalle.Mi aveva abbracciato e la mia testa era poggiata sul suo petto. Non so il perché ma mi sentivo bene...Era caldo e piacevole, non ricordo più nemmeno l'ultima volta che qualcuno mi aveva fatto sentire così bene con un abbraccio.Era così il calore?Le sue parole erano dolci ma perché?perché le trovavo così dolci?Non era arrabbiato e questo mi fece sollevare il morale tanto da smettere di piangere. Aveva detto che voleva vedere i miei occhi sorridere, ma cosa significava?Alzai la testa per guardarlo perché ero sicura che mi sarei addormentata in quelle braccia calde che mi facevano stare in pace con me stessa.Sorridere...?, gli domandai ma quando lo vidi ridere... mi sentii battere forte il cuore e come se fosse contagioso, risi anch'io.